Pasta, che ti passa!

La pasta è uno degli alimenti base della dieta italiana, nonché mediterranea. Spesso vista come la panacea di tutti i mali insieme al pane, nel momento in cui le persone iniziano un percorso volto al dimagrimento, è un alimento che puoi mangiare senza provare sensi di colpa. Anche se vuoi dimagrire!

Le strategie

donna che scola la pasta cotta

Diciamocelo: la pasta non è un alimento ideale per chi si avvicina ad una dieta. Soprattutto se fai una vita sedentaria. Pertanto il segreto per poter mangiarla con maggior libertà è quello di consumare calorie attraverso l’esercizio fisico!

La pasta è un alimento, come sai, molto energetico e ricco di carboidrati. Importante è gestire al meglio le porzioni e i grani con cui viene prodotta. In questo senso, oltre l’apporto calorico c’è da osservare l’indice glicemico (IG). Ci sono vari tipi di grani, che a seconda di come vengono prodotti possono apportare più o meno digeribilità e più basso o alto IG.

Dimagrire mangiando la pasta?

due piatti di pasta al pomodoro con sopra il grana

Ecco alcune strategie utili per iniziare a mangiare pasta e perdere centimetri nel tuo girovita:

  1. Mangiala massimo 3 volte la settimana
  2. 60-70g di pasta per porzione
  3. Consumare la pasta SOLO una volta nella giornata ed evitarla, se possibile a cena.
  4. Il condimento meglio se povero di grassi e ricco di fibre alimentari solubili. Ti ricordiamo che anche le verdure hanno calorie.
  5. Meglio paste di tipo dietetico, come l’integrale o la pasta per diabetici, ricca di fibre, IG basso e ipocalorica.
  6. Sempre preferibili i formati di pasta a indice glicemico più basso.
  7. La pasta è bene mangiarla nei giorni in cui svolgi attività fisica.
  8. Pane + patate + pasta non è una buona addizione per la tua salute!

E sui tipi di pasta, ora approfondiamo!

Quali tipologie di grano fanno bene?

grano di mais serve per fare la pasta

Grano Duro: contiene glutine, meglio ruvida e trafilata al bronzo, per trattenere al meglio il sugo. Tiene bene la cottura.

Grano Senatore Cappelli: una varietà di grano unica, molto antica e pregiata. La cottura risulta sempre ideale.

Integrale: A proposito di fibre, in quest’alimento trovi 5 volte più fibra rispetto alle paste bianche. Ricca di antiossidanti ed acidi grassiessenziali. Nutriente, fantastica per saziarsi a lungo.

Di Mais: Betacarotene in primo piano e tanto sapore. Assorbimento ultra rapido.

Di Grano Saraceno: Ricca di vitamine e minerali, senza glutine. Perfetta per de-tossicarti e de-stressarti.

Di Riso: Come il masi, ideale per chi soffre di celiachia. Occhio al grado di cottura!

Oltre il piatto

personal trainer segue il cliente

A questo punto, se all’alimentazione abbini anche una sana dose di esercizio fisico e i giusti tempi di riposo, il tuo corpo sarà in grado di bruciale tutte le calorie necessarie per consentirti di mangiare pasta senza preoccuparti di non riuscire a smaltirla.

Ecco perché insieme alla guida della squadra Show e al Metodo delle 3F potrai ritrovare la forma, senza rinunciare alle gioie culinarie che preferisci.

L’alimentazione è solo una delle sei componenti fondamentali da tenere sempre a mente quando si vuole migliorare la propria Forma Fisica. 

Assieme ad essa, infatti, ci sono: idratazione, sonno, esercizio fisico, motivazione e stile di vita.

Ti piacerebbe valutare il tuo livello di attenzione in queste 6 categorie? 

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Ripartire oggi

Ripartire, oggi. Dopo mesi di chiusure, ora è il tempo di riaprire e riaprirsi, con le giuste cautele e precauzioni, verso un ritorno alla normalità.

Un nuovo inizio…

Zona gialla, primi barlumi di mobilità. La pandemia ci ha fatto ripensare il nostro modo di vivere, oltre che quello di vedere le cose.

L’esercizio fisico è entrato prepotente – finalmente – nella quotidianità di tante persone. Spesso, si parla poco di quella che è la coda post infezione. I sintomi sono perdita del gusto e dell’olfatto, mal di testa, fiato corto, capogiri, deterioramento cognitivo, spossatezza, in termini fisici. Ma c’è anche altro, anche a livello emotivo e psicologico.

Come si può leggere da questa ricerca, la coda lunga del virus, lascia strascichi importanti. È necessario partire da questo punto. La propria centralità, riappropriarsi di sane abitudini. Non solo quotidiane, ma anche legate all’esercizio fisico.

Fai del tuo meglio

Lo dice anche l’OMS: per percepire un senso di benessere diffuso nel corpo sono sufficienti appena 3 ore di esercizio fisico a settimana. Ecco perché muoverti con la guida giusta è fondamentale per ripartire.

A qualsiasi età, una regolare attività fisica, anche moderata, contribuisce a migliorare la qualità della vita in quanto influisce positivamente

  • sullo stato di salute (aiutando a prevenire e ad alleviare molte delle patologie croniche)
  • sul grado di soddisfazione personale (contribuendo a sviluppare dei rapporti sociali e aiutando il benessere psichico).

Con l‘esercizio fisico si riduce la pressione arteriosa, controlla il livello di glicemia, modula positivamente il colesterolo nel sangue, aiuta a prevenire le malattie metaboliche, cardiovascolari, neoplastiche, le artrosi e riduce il tessuto adiposo in eccesso. Inoltre, riduce i sintomi di ansia, stress, depressione e solitudine e comporta benefici evidenti per l’apparato muscolare e scheletrico.

E tutto questo ha assunto un significato ancora più importante nel corso di quest’emergenza sanitaria. I diversi provvedimenti restrittivi messi in atto per contrastarla hanno infatti determinato una limitazione del normale movimento quotidiano e dell’attività fisica, portando in molti casi a una sedentarietà forzata (lockdown, smart working, didattica a distanza, ecc). Diversi studi hanno invece dimostrato l’importanza dell’esercizio fisico e di stili di vita sani sul benessere delle persone. Per ripartire, è fondamentale prendersi cura del proprio corpo.

Ripartire con sicurezza

Una guida, una squadra e un metodo. Tre capisaldi importanti per ripartire con lo spirito giusto con i tuoi allenamenti. Tre parole chiave da sempre nel mondo Show, che ci piace condividere sempre insieme a Te.

Il triangolo del benessere

Oltre all’attività fisica, altri due aspetti importanti possono aiutarti a ripartire al meglio nei prossimi mesi: un’alimentazione sana e il giusto riposo.

Per quanto riguarda una dieta corretta, ti rimandiamo alle nozioni utili del Piatto Unico di Casa di Vita By Despar. Un modo unico di intendere il cibo, nella sua scelta e cottura.

Con le idee del piatto unico puoi ideare tante ricette e soluzioni in grado di dare equilibrio e gusto alla tua alimentazione quotidiana. Basta rispettare poche indicazioni nello schema alimentare ideato dagli esperti di nutrizione dell’Harvard School of Public Health.

  • carboidrati della verdura sono protagonisti, costituendo il 50% della formazione del piatto. C’è la possibilità di variare questo numero suddividendo verdura frutta nelle seguenti percentuali: 35% e 15%. Dettaglio da non dimenticare: dato l’alto contenuto di amido, le patate si possono essere considerati simili della pasta e del riso, anziché delle verdure.
  • Il 25% del piatto, è occupato dai carboidrati sotto forma di cereali integrali o da patate, come scrivevamo qualche riga sopra.
  • Il rimanente 25% del piatto è dedicato alle proteine di carne, uova, pesce o vegetali come i legumi.

Per quanto riguarda il riposo invece, ti rimandiamo alla nostra guida dedicata al sonno, ma anche instillare buone abitudini quotidiane può essere la tua scelta vincente per ripartire con ancora più carica oggi, per un futuro migliore!

Come potenziare la tua memoria: muscolare e non solo…

“Coltiva la memoria, dunque, e da domani impara a memoria “La Vispa Teresa”. Così si chiudeva una lettera di Umberto Eco pubblicato sulla rivista Espresso nel marzo 2016 dedicata a suo nipote.

Imparare a sfruttare la memoria e le capacità cognitive che possediamo, ma che non sviluppiamo a sufficienza, è una delle grandi sfide che ci troviamo ad affrontare.

Memoria, allenala!

Il cervello è un muscolo, lo sai. Allenare la memoria costantemente è un eccellente metodo per mantenerti scattante e giovane a lungo.

Con più memoria riesci a concentrarti maggiormente e sfruttare in modo completo la tua creatività, affinando i tuoi ragionamenti ed rinforzando le tue capacità logiche. Sono obiettivi accessibili sia tu abbia 18 anni, come 30, 45, 50. In ogni momento della tua vita puoi dare una marcia in più alle tue prestazioni cerebrali.

E lo sai quale è uno strumento fantastico per dare ancora più qualità alle tue qualità mnemoniche e cerebrali?

Esatto, l’esercizio fisico!

Dalla teoria alla pratica

L’allenamento aerobico stimola l’incremento della memoria attraverso la concentrazione di numerosi fattori di crescita neuronali e neurotrasmettitori. Lo confermano svariati studi apparsi in molte ricerche statunitensi (vedi qui e qui) ed europee.

Senza puntare alla “maratona“, anche per chi si approccia ora all’allenamento possono bastare trenta minuti quotidiani di camminata a passo svelto per “ossigenare” anche il cervello.

Impegni dolci, risultati incredibili

Poi serve una routine sana e corretta, con una vita sociale intellettualmente impegnativa per ottenere prestazioni cerebrali più attive e soprattutto più salde. Guardiamo ora assieme qualche strategia pratica per aumentare ancora di più il potenziale di memoria nel tuo cervello.

1 – Leggi!

Da sempre la lettura è un mezzo fantastico per mantenere il cervello attivo. Piccolo consiglio: fermati ogni tanto a ripensare al flusso della storia che stai leggendo concentrandoti su avvenimenti e personaggi. In questo modo alleni attenzione e memoria.

2 – Suona!

Impara a suonare uno strumento musicale. Aumenti anche il quoziente intellettivo, se inizi lo studio in tenera età, perché sviluppi risorse motorie, sensoriali ed emotive che lo studio delle note richiede. Anche l’ascolto di buona musica, aiuta la mente a girare ai giusti nel momento giusto.

3 – Nuove lingue!

Anche lo studio di una lingua estera rinforza il cervello in ogni momento della vita.

4 – Tecnologia!

Utilizzare strumenti tecnologici ti (ri)abitua a nuovi stimoli e ristrutturi schemi cognitivi differenti rispetto a prima. In poche parole, alleni la mente ad essere più flessibile.

5 – Medita!

Ogni giorno, qualche minuto di meditazione può essere l’ideale per favorire attenzione e concentrazione. Aiuti anche così il cervello a ottimizzare le prestazioni.

6 – Mangia bene!

Anche a tavola puoi aiutare il tuo cervello a mantenersi in forma. Gli antiossidanti di frutta e verdura proteggono i neuroni dai radicali liberi, così come gli acidi grassi polinsaturi dell’olio, della frutta secca e del pesce. Pensaci ed agisci! E poi prova il Piatto Unico!


7 – Non esagerare!

Evitare il superlavoro cerebrale è una buona idea per non intasare il cervello da un overbooking di informazioni. Quest’ultimo aspetto porta anche ad una non creazione di collegamenti neurali fondamentali per trattenere le informazioni. Capitolo stress: con una sovrapproduzione di cortisolo, impedisci alla memoria di sedimentarsi nel cervello e comprometti anche l’apprendimento.

8 – Dormi!

Un buon sonno, ti garantisce la riorganizzazione adeguata delle connessioni cerebrali, rafforzando i circuiti maggiormente interessati.

9 – Allenati!

Come detto sopra, l’esercizio fisico è uno strumento potentissimo che ti permette di mantenere giovane e reattivo il cervello, cosi come fa con il corpo!

Se stai pensando di metterti in gioco, ma non sai da dove iniziare, prenota ora una consulenza personalizzata con un esperto del nostro Team.

Ci prenderemo cura di analizzare le tue esigenze e i tuoi obiettivi e cuciremo su misura per te un allenamento per il tuo corpo e per la tua mente 🧠

Doccia Fredda Dopo Allenamento: Si o No?

Doccia fredda dopo allenamento o doccia calda post sessione? Questo è il dilemma! Un interrogativo che in tanti come te si pongono nel momento in cui entrano in doccia. Dove azionare la manopola della tua vasca o del tuo box, per dare ancora più valore al tuo esercizio fisico? Vediamolo insieme, pronti per capire come eliminare le scorie di sudori e cattivi odori che si annidano sul tuo corpo al termine del work out.

Doccia calda, perché farla?

Un bagno caldo, o bagnarsi con la acqua calda, è positivo per il tuo organismo.

donna fa una doccia fredda dopo allenamento

Secondo una ricerca del 2014 si è rilevato che, immergendo le gambe in acqua calda per 45 minuti prima dell’attività, i danni muscolari e il dolore post esercizio diminuisce.

Sempre la doccia calda ti aiuta ad avere un sonno migliore. Sul tema ci sono due ricerche a confermare questo. La prima è del gennaio del 2000 e sottolinea come un bagno caldo o una doccia calda nelle ore pre dormita, può aiutare sensibilmente la qualità del tuo riposo notturno. Nella seconda ricerca, del 2019 si è rilevato che una doccia o un bagno a 90 minuti prima di andare a letto, a 40-42°C, aiuta in maniera importante il ritmo circadiano del corpo. Una preparazione naturale per il tuo sonno, che ti aiuta ad addormentarti più velocemente e migliorarne la qualità.

E per sfatare un mito tanto caro in vista della stagione estiva alle porte: non c’è niente di meglio di una bella doccia calda per rimanere freschi. Addio strane idee o rituali di docce fredde per calmare sudori bollenti o continui. Come suggerisce il professor Kovarik della Swinburne University of Technology, “Ci sentiamo temporaneamente più freddi, ma poiché non stiamo più emanando così tanto calore attraverso la pelle, viene mantenuto tutto all’interno e la temperatura interna rimane elevata”. A questo punto che fare? Una doccia calda a 33° ti permetterà di sentirti più fresco per più tempo.

Doccia fredda, le ragioni per farla

Era il 2014 quando Carlo Ancelotti, all’epoca allenatore del Real Madrid della futura decíma, commentava così la routine post partita di Cristiano Ronaldo. Spoiler: è un inclusa una doccia fredda dopo allenamento: “Mi ricordo quando tornavamo a Madrid da una trasferta di Champions alle due di notte: Cristiano mica andava a casa. Raggiungeva il centro sportivo di Valdebebas e faceva la crioterapia: sai la cabina del freddo nella quale entri con la temperatura sottozero perché ti aiuta nel recupero delle energie spese in partita? Ecco, quella“.

uomo fa la doccia fredda dopo allenamento

Da quel momento, la doccia fredda dopo allenamento, come i bagni di ghiaccio, è diventata iper popolare nel recupero post allenamento. Una meta-analisi del 2018 ha preso in esame tutte le modalità di recupero after-session. L’immersione in crioterapia o acqua fredda è uno dei migliori modi per diminuire l’infiammazione e l’affaticamento muscolare. Il motivo? Riduce la percezione del dolore e dell’affaticamento fino a 96 ore dopo l’esercizio, rispetto ad un recupero che possiamo definire “classico”.

L’acqua fredda “Aiuta a superare la sensazione di prurito, sia con una doccia fredda, che con impacchi di ghiaccio o un bagno freddo”, secondo Carrie Kovarik, professoressa associata di dermatologia presso l’ospedale dell’Università della Pennsylvania.

In finale, l’acqua fredda rafforza il tuo sistema immunitario. Come? Secondo uno studio del 2016 i partecipanti hanno iniziato una doccia con acqua calda, ma hanno concluso con 30-90 secondi di acqua fredda. Rispetto a chi ha svolto la doccia calda, quelli che hanno usato l’acqua fredda alla fine della doccia hanno ridotto le assenze in campo lavorativo del 29%.

Conclusione

I vantaggi sono chiari da ambo le parti. E allora la verità sta forse nel mezzo. Una doccia al giorno, 5-10 minuti, con acqua a temperatura di 35-37 °C è la ricetta migliore. Abbinala con i tuoi allenamenti personalizzati, per dare ancora più benessere al tuo corpo e alla tua mente. Non te ne pentirai

Cura del sonno, come mantenere buone abitudini per un sonno migliore

La cura del sonno aiuta a vivere meglio. È questo quanto dimostrato dallo studio scientifico apparso sulla rivista americana Centers for Disease Control and Prevention’s (CDC) Morbidity and Mortality Weekly Report. Secondo la ricerca statunitense, se ti prendi cura del sonno tutto questo poi si riverbera anche sulla tua sveglia mattutina e di conseguenza anche sulla tua giornata, in cui ti senti una persona più carica, ma soprattutto riposata.

La raccomandazione nella cura del sonno

Per l’American Academy of Sleep Medicine e la Sleep Research Society gli adulti di età compresa tra 18 e 60 anni dovrebbero concedersi almeno 7 ore di sonno ogni notte per restare più a lungo in salute e per sentire maggiore benessere nel proprio corpo. 

Dormire sotto le sette ore al giorno può portare ad aumentare rischi legati all’obesità, diabete, ipertensione, malattie cardiache, ictus e frequenti disturbi mentali. Insomma, significa non prendersi cura del proprio riposo.

I numeri dello studio

uomo guarda la tv prima di andare a letto e non cura il suo sonno

I ricercatori del CDC hanno esaminato i dati del 2014 Behavioral Risk Factor Surveillance System (BRFSS) riscontrando dati sorprendenti.

  • La durata del sonno sano è inferiore tra i nativi hawaiani / isolani del Pacifico (54%), i neri non ispanici (54%), i non ispanici multirazziali (54%) e gli indiani americani / nativi dell’Alaska (60%) rispetto ai bianchi non ispanici (67%), ispanici (66%) e asiatici (63%).
  • La prevalenza della durata del sonno sano varia tra gli stati: dal 56% alle Hawaii al 72% nel Sud Dakota.
  • Una piccola percentuale riferisce di dormire almeno sette ore al giorno negli stati della regione sud-orientale degli Stati Uniti e nei monti Appalachi. Studi precedenti dimostrano che queste regioni hanno anche la più alta prevalenza di obesità e altre condizioni croniche sopra elencate.
  • Le persone che non lavorano o disoccupate hanno avuto una durata del sonno salutare inferiore (rispettivamente 51% e 60%) rispetto agli intervistati lavoratori (65%). La prevalenza della durata del sonno sano era più alta tra le persone con un diploma universitario o superiore (72%).
  • Una durata del sonno sano è più alta tra le persone sposate (67%) rispetto a quelle che non sposate (62%), divorziate, vedove o separate (56%).

Le cattive abitudini del tuo sonno

donna cena tardi prima di andare a letto

A quale di queste abitudini non rinunci mai prima di andare a letto?

  • Usi lo smartphone?
  • Mangi dopo le 22.00?
  • Vai a letto anche se non hai sonno?
  • Guardi tanta TV prima di dormire?
  • Bevo alcolici alla sera?
  • Lavori fino a tardi?
  • Vai a letto a tarda ora?
  • Tieni dispositivi elettronici in ​​camera da letto?

Se hai spuntato uno o più di questi comportamenti, tranquillo: sei in ottima compagnia!

La cura del sonno è solo una delle sei componenti fondamentali da tenere sempre a mente quando si vuole migliorare la propria Forma Fisica. 

Assieme ad essa, infatti, ci sono: alimentazione, idratazione, esercizio fisico, motivazione e stile di vita.

Ti piacerebbe valutare il tuo livello di attenzione in queste 6 categorie? 

Vorresti ricevere consigli personalizzati dai nostri esperti, per migliorarle?

Compila il Test della Forma Fisicache abbiamo messo a punto per aiutarti ad essere più attivo, sano e felice!

Cura del sonno, stop allo smartphone (di sera)

donna manda messaggi a letto prima di dormire

Le luci blu dello smartphone opprimono la produzione di melatonina, un ormone prodotto dalla ghiandola pineale preziosissimo per regolare al meglio il ciclo del tuo sonno. La sua inibizione causa insonnia e i disturbi a essa collegati. Leggere l’ultimo post di Facebook o Instagram o un messaggio su Whatsapp è proprio indispensabile? Se non lo fai, ci guadagni in salute.
Cura del sonno, mangia prima delle 22.00

Cattive notizie per il tuo sonno. Secondo una ricerca  University of Pennsylvania, mangiare a tarda sera è pericoloso perché oltre ad accumulare i chili in eccesso, sviluppi con più facilità malattie cardio vascolari o diabete. Metabolismo in down e poi dosaggio influenzato di insulina e colesterolo. Insomma, mangia prima e dormi (e vivi) meglio!

Lavori fino a tardi?

uomo lavora fino a tardi al computer e telefona. Non cura del sonno

In scienza si parla di “teoria dell’esaurimento dell’ego”, secondo cui la disciplina e la forza di volontà umane hanno un limite. Se consumi tante energie attentive la sera, al mattino dopo non ne avrai abbastanza. Almeno la sera cerca di concederti un po’ di tempo per rilassarti. Questo ti aiuterà ad arrivare fresco al mattino. Cellulare ed altri apparecchi elettronici spenti, permettendo.

E se vuoi migliore anche il tuo rendimento diurno, tanto fisico quanto emotivo, inizia un percorso personalizzato di esercizio fisico. Guida, squadra e metodo a tua disposizione per iniziare a rendere le tue giornate ancora più attive, sane e felici.

Come respirare durante la corsa: tecniche e consigli

La respirazione è il motore invisibile della corsa: non è un accessorio, è la prima e più importante leva della performance. Quando respiri bene, il tuo corpo ottimizza l’uso dell’ossigeno, rallenta l’accumulo di acido lattico e mantiene una chimica interna favorevole per continuare a muoversi.

Ecco perché allenare il respiro è tanto importante quanto migliorare la tecnica di corsa o la forza delle gambe. Dal punto di vista fisiologico, la capacità polmonare e l’efficienza respiratoria determinano quanta energia puoi esprimere in un dato sforzo e per quanto tempo. Una respirazione controllata abbassa la frequenza cardiaca a parità di velocità, migliora la gestione dell’affaticamento e potenzia la sensazione di controllo. Ma la respirazione corretta ha anche un ruolo pratico: stabilizza il tronco, riduce oscillazioni inutili e protegge la schiena.

E non è solo questione di quantità d’aria: è qualità del gesto — inspirare profondo, espirare pieno, usare il diaframma invece della respirazione clavicola — che cambia le cose. Per chi corre regolarmente, inserire esercizi respiratori nella routine settimanale favorisce adattamenti reali: maggiore efficienza, meno respiro corto e più piacere nel correre. In sintesi: respirare correttamente non è un vezzo tecnico, è la base su cui si costruisce qualsiasi progresso sostenibile nella corsa.

Il ruolo dell’ossigeno nella performance

L’ossigeno è la valuta energetica della corsa: porta combustibile alle nostre fibre muscolari e permette la produzione di ATP, la molecola energetica che sostiene la contrazione. Quando si aumenta l’intensità, la domanda di ossigeno sale e il sistema cardiovascolare deve rispondere rapidamente. Se la ventilazione non tiene il passo, scatta il limite: sensazione di fatica, affanno e calo del passo.

A livello muscolare, una buona ossigenazione migliora la capacità di utilizzare acidi grassi e glucosio in modo efficiente e rallenta l’insorgenza dell’acidosi metabolica. Inoltre, una respirazione efficace favorisce il drenaggio di metaboliti e la microcircolazione nei tessuti, rendendo la muscolatura più resistente. Importante anche l’aspetto neuromotorio: il diaframma ben allenato stabilizza il core e fornisce una base migliore alla leva degli arti inferiori, migliorando la tecnica di corsa.

Da un punto di vista pratico, migliorare il trasporto e l’utilizzo dell’ossigeno passa per tre assi: allenamento aerobico progressivo, esercizi di capacità ventilatoria e controllo respiratorio (lavoro sul diaframma). In sintesi, l’ossigeno non è solo “aria che entra”, ma l’elemento che abilita la sostenibilità dello sforzo: più efficiente è il suo uso, più lunga e brillante può essere la tua corsa.

Come la respirazione influisce sulla resistenza

Resistenza e respirazione sono due facce della stessa moneta. Per correre per più tempo a una data intensità, il sistema respiratorio deve fornire ossigeno in modo stabile e regolare: qualsiasi interruzione o inefficienza si traduce in calo di performance.

Respirare con il diaframma, anziché con il torace alto, ottimizza il volume corrente e migliora lo scambio alveolare — più aria utile per ogni respiro. Questo riduce la frequenza respiratoria necessaria per sostenere lo sforzo, il che a sua volta abbassa lo stress cardiovascolare. Inoltre, la respirazione controllata favorisce una migliore gestione del ritmo e della spesa energetica: quando respiri regolare, sei meno incline a passare a sforzi anaerobici non voluti che consumano rapidamente le riserve glicidiche. Allenare la capacità polmonare con lavori di fondo lento, e alternare sedute di soglia e recupero attivo, aumenta la quantità di biturbamento ossidativo disponibile ai muscoli e sposta la soglia di fatica più in là. In termini pratici, imparare a respirare efficacemente ti permette di mantenere una velocità più elevata con lo stesso sforzo percepito, quindi maggiori chilometri a parità di fatica: esattamente ciò che significa resistenza migliorata.

Infine, il controllo del respiro aiuta la mente: respirare regolare = mente calma = gestione migliore della fatica.

I segnali che stai respirando nel modo sbagliato

Notare i segnali di una respirazione scorretta è semplice se sai cosa cercare.

Respiro corto e affannoso anche a ritmo blando, sensazione di “mancanza d’aria” dopo pochi minuti, crampi intercostali frequenti o sbandamenti sono indizi evidenti. Altri segnali includono uso eccessivo della respirazione clavicola (spalle che si alzano), dolore o tensione al collo e alle spalle, eccessiva sudorazione precoce e affanno che non si lega all’intensità reale dello sforzo. Un altro campanello è l’incapacità di parlare per più frasi: se non riesci a sostenere una conversazione corta mentre corri a ritmo leggero, probabilmente stai lavorando troppo in zona anaerobica o stai respirando male.

Sotto il profilo motorio, una respirazione inefficiente si accompagna a una postura rigida, minore stabilità del core e passo meno efficiente. Se avverti inoltre frequenti crampi allo stomaco o reflusso, potrebbe esserci una gestione errata del timing respiratorio rispetto al gesto di corsa. Riconoscere questi segnali è primo passo; il secondo è agire: tecniche di respirazione diaframmatica, lavoro di controllo del respiro a bassa intensità e allenamento mirato a incrementare la capacità polmonare sono tutte risposte efficaci per rimettere ordine.

Come respirare durante la corsa: le regole base

Ci sono poche regole base, chiare e pratiche, che rendono la respirazione durante la corsa più efficiente. Primo: prediligi la respirazione diaframmatica — inspira in profondità usando l’addome, non la sola parte alta del torace. Questo aumenta il volume di aria utile per scambio e stabilizza il tronco. Secondo: sincronizza respiro e passo in modo regolare; i pattern respiratori (2:2, 3:2) sono utili guide per mantenere ritmo e equilibrio. Terzo: adatta il canale respiratorio (naso, bocca o entrambi) all’intensità: lavoro leggero preferibilmente nasale, lavoro medio-intenso bocca per avere flusso maggiore. Quarto: allena la respirazione fuori dalla corsa — esercizi di potenziamento del diaframma, respirazione contro resistenza e breath-hold controllati migliorano la capacità ventilatoria. Quinto: impara a usare il respiro come strumento mentale: inspirazioni profonde per energia e espirazioni lunghe per rilassare. Infine, mantieni una postura che faciliti la ventilazione: busto aperto, spalle rilassate, mento neutro. Queste regole non sono dogmi ma principi pratici: applicali progressivamente nelle tue uscite e nota come cambiano la percezione dello sforzo e la durata della corsa.

Naso o bocca? La risposta dipende dall’intensità

La scelta tra respirare dal naso o dalla bocca non è filosofica ma pragmatica: dipende dall’intensità.

A bassa intensità il respiro nasale è preferibile: filtra, umidifica e regola l’aria, oltre a favorire una respirazione più diaframmatica e calma il sistema nervoso. Respirare dal naso è ideale per il lavoro di fondo lento, per recuperare e per allenare la capacità aerobica senza stress. Quando l’intensità sale — soglie, ripetute, sprint — il flusso richiesto supera la capacità nasale: la bocca diventa necessaria per assicurare il volume d’aria. Molti runner usano una combinazione: inspirazione naso più espirazione bocca quando la necessità cresce. Un altro aspetto: la respirazione nasale è più economica in termini di stress; aiuta a mantenere bassa la variabilità cardiaca e a ridurre l’ansia. Tuttavia, forzare la respirazione nasale durante uno sforzo intenso può risultare controproducente e limitare la performance.

Quindi regola: naso per controllo e lavoro aerobico, bocca per potenza e deficit d’aria. L’abilità sta nel passare fluidamente dall’uno all’altro in base al passo.

Il ritmo respiratorio ideale (tecniche 2:2 e 3:2)

I pattern respiratori 2:2 e 3:2 sono strumenti pratici per sincronizzare respiro e passo e ottimizzare la gestione energetica. Il 2:2 significa inspirare per due passi ed espirare per due passi; è ideale per andature moderate dove la ventilazione è sostenuta ma controllabile. Il 3:2 (tre passi in inspirazione, due in espirazione) è spesso usato per rallentare la frequenza respiratoria e aumentare il volume per respiro — utile per gestire meglio la fase di soglia o quando si vuole mantenere un passo alto senza aumentare troppo l’affanno. Queste tecniche aiutano anche a distribuire il carico respiratorio in modo simmetrico, riducendo torsioni e asimmetrie che possono creare fastidi muscolari. Importante: non diventare schiavo del conteggio. Le tecniche sono linee guida: l’obiettivo è trovare un pattern che ti permetta di correre con un senso di controllo, senza respiro corto. Sperimenta i due schemi: in allenamenti facili prova il 2:2, in lavori più intensi il 3:2; valuta la sensazione soggettiva e il tempo di recupero. Col tempo, il ritmo naturale emergerà e la respirazione diventerà una leva automatica per performance più fluide.

Coordinare respiro e passo per migliorare il ritmo

La coordinazione tra respiro e passo è un’arte pratica: quando respiro e passo dialogano, il gesto della corsa diventa più economico ed elegante. Inizia trovando un ritmo di base confortevole e applica un pattern respiratorio (2:2 o 3:2). Nota come l’espirazione profonda aiuta a stabilizzare il tronco al momento dell’appoggio del piede opposto, migliorando il trasferimento di forza. Lavora su piccoli blocchi: 5 minuti cercando di mantenere il pattern, poi 2 di recupero attivo. Integra esercizi di controllo del core per dare supporto al respiro e rendere la sinergia più forte. In salita, porta il respiro più corto ma coordinato, mantenendo la qualità dell’espirazione per evitare l’accumulo di tensione. In discesa, sfrutta il respiro lungo per rilassare. Tecniche pratiche: contare i passi, usare il metronomo o una playlist con battito ritmico aiuta a sincronizzare.

Ricorda: la coordinazione non è un fine estetico ma un mezzo per ridurre il dispendio energetico e aumentare la sostenibilità del ritmo di corsa. Con pratica regolare, respirare coordinato diventa automatismo che ti fa correre più a lungo, più rilassato e con meno fatica percepita.

Respirazione diaframmatica nella corsa

La respirazione diaframmatica è la chiave segreta dei runner più efficienti: invisibile agli occhi, ma decisiva per la performance. Correre non significa solo muovere le gambe, ma imparare a gestire l’aria che le alimenta. 

Il diaframma è un muscolo potente, posizionato sotto i polmoni, che controlla la profondità e la qualità del respiro. Quando funziona correttamente, consente di inspirare più aria con meno sforzo, migliorando l’apporto di ossigeno ai muscoli e stabilizzando il core. Al contrario, una respirazione “alta” — che coinvolge solo torace e spalle — riduce la capacità ventilatoria, aumenta la tensione cervicale e affatica prima. Nella corsa, il respiro diaframmatico consente di mantenere un ritmo più stabile, ritardare l’affanno e migliorare la postura generale. 

È anche una leva psicologica: respirare profondamente aiuta a rilassare mente e corpo, riducendo l’ansia da prestazione. Show Club insegna a integrarla progressivamente: si parte da esercizi semplici a riposo e si trasferisce il controllo respiratorio al movimento, fino a farlo diventare automatico. Una volta “attivato”, il diaframma diventa il tuo motore nascosto — e ti permette di correre più a lungo, con meno fatica e più consapevolezza.

Cos’è la respirazione diaframmatica

La respirazione diaframmatica è una tecnica che coinvolge il muscolo diaframma — una cupola muscolare che separa torace e addome — e che consente una ventilazione più profonda e controllata. Durante l’inspirazione, il diaframma si abbassa e spinge verso il basso gli organi addominali, consentendo ai polmoni di espandersi completamente. 

Il risultato? Più ossigeno per ogni respiro e un’espirazione più efficace. A differenza della respirazione toracica, dove il respiro resta “alto” e corto, quella diaframmatica attiva la zona addominale, visibile dal lieve movimento del ventre in avanti. 

Questa modalità non solo migliora la capacità polmonare, ma stabilizza il core: il diaframma lavora in sinergia con addominali profondi e pavimento pelvico, garantendo una maggiore efficienza biomeccanica. Nella corsa, ciò si traduce in meno tensione a collo e spalle, maggiore economia di movimento e miglior gestione dello sforzo. 

È la respirazione dei corridori evoluti, di chi vuole non solo “correre”, ma “correre meglio”. Capirla è semplice, padroneggiarla richiede pratica — ma i risultati arrivano presto: più aria, più controllo, più fluidità.

Come allenarla con esercizi pratici

Allenare la respirazione diaframmatica è come costruire una base solida per tutta la corsa. Si parte da esercizi semplici, da eseguire quotidianamente, anche a casa o prima di un allenamento. 

  1. Primo: respiro consapevole da sdraiato. Distesi con una mano sul petto e una sull’addome, inspira lentamente cercando di sollevare solo la mano sull’addome. Espira lungo e controllato, svuotando l’aria fino in fondo. 
  2. Secondo: respirazione quadrata (4-4-4-4): inspira per 4 secondi, trattieni 4, espira 4, pausa 4. Serve a stabilizzare ritmo e controllo. 
  3. Terzo: respiro in movimento. Cammina lentamente e prova a coordinare il respiro con i passi (2:2 o 3:2). È l’anticamera della corsa. Col tempo, puoi usare la respirazione diaframmatica anche in corsa, mantenendo il busto stabile e il respiro regolare. 

Show Club suggerisce di inserire questi esercizi all’inizio di ogni seduta di allenamento, per “accendere” il motore respiratorio e migliorare la connessione corpo-respiro. Bastano 10 minuti al giorno per trasformare la tua corsa: meno fatica, più controllo, più energia.

Benefici: più ossigeno, meno fatica, postura migliore

Il respiro diaframmatico non è una moda da wellness, ma una vera arma biomeccanica. Aumenta l’apporto di ossigeno al sangue, riduce la frequenza respiratoria necessaria e abbassa lo sforzo percepito. In pratica, corri di più con meno fatica. Ma i vantaggi non si fermano qui. Il diaframma ben allenato stabilizza il tronco, sostiene la colonna e migliora la postura durante la corsa. 

Addio spalle rigide, addio “collasso” del busto nei chilometri finali. Inoltre, respirare in profondità riduce la tensione muscolare e favorisce una migliore coordinazione tra arti superiori e inferiori. Dal punto di vista metabolico, una migliore ossigenazione significa anche una gestione più efficiente dei substrati energetici: più grassi utilizzati, meno glicogeno consumato. 

E infine c’è il beneficio mentale: respirare bene significa calmare la mente, ridurre il cortisolo e migliorare la concentrazione sul gesto. Show Club lo insegna chiaramente: il respiro è performance, ma anche equilibrio. E quando impari a usarlo, la corsa smette di essere lotta e diventa flusso.

Tecniche di respirazione, ma non solo. Per migliorare la qualità della tua corsa ci sono tanti elementi da tenere in considerazione, che vanno aldilà del solo gesto atletico. 

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Efficienza e risparmio energetico. Di solito quando corriamo, e lo vogliamo fare per tanto tempo, l’obiettivo della respirazione è introdurre ossigeno ed eliminare anidride carbonica dal tuo fisico. Ovviamente questo si può fare tanto con il naso, quanto con la bocca. Che cosa è consigliabile? Sembra incredibile, ma è meglio la respirazione con la bocca quando corri. Il motivo? Quando il corpo è stanco ha bisogno di più energia e quindi di più ossigeno e respirando con la bocca riusciamo a raccogliere ed introdurne una quantità maggiore rispetto al naso, dove comunque filtri e riscaldi l’aria.

Fiato corto durante la corsa: cause e soluzioni

Il “fiato corto” è il nemico più comune dei runner, soprattutto di chi inizia. Non è solo un segnale di scarsa forma, ma spesso un campanello d’allarme di una respirazione inefficiente. 

La sensazione di non avere abbastanza aria deriva da uno squilibrio tra richiesta e apporto di ossigeno: il corpo chiede più di quanto la respirazione riesca a fornire. Le cause più frequenti? Ritmo di corsa troppo alto, mancanza di riscaldamento, scarsa tecnica respiratoria o tensione muscolare che limita la ventilazione. 

Anche fattori esterni — come freddo, stress o postura chiusa — possono peggiorare la situazione. La soluzione non è fermarsi, ma imparare a gestire. Ridurre temporaneamente il ritmo, concentrarsi su espirazioni lunghe e diaframmatiche, e recuperare gradualmente aiuta a ristabilire l’equilibrio. 

Show Club consiglia di integrare nella routine esercizi di controllo respiratorio e di forza per migliorare la capacità ventilatoria. In breve: il fiato corto si risolve con tecnica, pazienza e respiro profondo.

Errori di ritmo o di riscaldamento

Uno degli errori più comuni tra i runner è partire troppo forte o saltare il riscaldamento, costringendo il corpo a una richiesta di ossigeno immediata che i polmoni non sono pronti a soddisfare. 

Il risultato? Fiato corto dopo poche centinaia di metri, cuore a mille e fatica mentale. Il riscaldamento ha un ruolo chiave nel preparare il sistema respiratorio: aumenta gradualmente la temperatura corporea, dilata i capillari, stimola l’attivazione del diaframma e rende più efficiente lo scambio di gas nei polmoni. 

Bastano 8-10 minuti di camminata veloce, mobilità articolare e respirazione profonda per attivare il corpo in modo intelligente. Anche il ritmo va dosato: partire in soglia anaerobica è un errore di controllo, non di forma. Il corpo ha bisogno di entrare “in ritmo” prima di sostenere un passo più alto. Il segreto è ascoltare il respiro: se non riesci a parlare per almeno una frase, rallenta. Una corsa ben gestita inizia sempre da un respiro calmo.

Come evitare l’affanno con il controllo del respiro

L’affanno non è inevitabile: è spesso la conseguenza di un respiro scomposto. Per evitarlo, occorre educare il corpo a respirare in modo regolare e profondo. Inizia con il ritmo 2:2, due passi inspirando, due espirando e aumenta progressivamente la durata delle espirazioni. Un respiro più lungo permette di eliminare anidride carbonica in eccesso e di mantenere il sangue più ossigenato. Allenati anche a “sentire” il diaframma: inspira gonfiando l’addome, non sollevando le spalle. Durante la corsa, mantieni il busto aperto e rilassa il collo. 

Se l’affanno arriva, non forzare: riduci il ritmo e concentra la mente sul respiro. Show Club insegna un principio chiave: il controllo del respiro è controllo dell’intensità. Impara a usarlo come indicatore interno per gestire i carichi, migliorare la soglia aerobica e mantenere la corsa sostenibile più a lungo. Correre senza affanno non è questione di “fiato”, ma di equilibrio.

Routine di 3 esercizi per migliorare la capacità polmonare

Una buona capacità polmonare si costruisce come qualsiasi altro muscolo: con esercizi mirati e costanza. Ecco una routine base Show Club per potenziare il respiro.

1. Respirazione contro resistenza: utilizza un semplice elastico toracico o soffi lunghi attraverso una cannuccia per creare resistenza all’espirazione. Rafforza il diaframma e migliora il controllo.

2. Breath ladder (scala di respiro): inspira per 2 secondi, espira per 2. Poi 3-3, 4-4 e così via fino a 8-8, poi scala all’indietro. Migliora la consapevolezza e la capacità ventilatoria.

3. Running breath drill: durante la corsa, alterna 3 minuti di respiro nasale, 3 di bocca, poi 3 di combinato. Allena il corpo a gestire diversi flussi d’aria.

Questa routine può essere svolta 3 volte a settimana, preferibilmente prima dell’allenamento o nei giorni di recupero. In due settimane noterai un miglioramento netto: meno fiato corto, respiro più profondo, passo più stabile. Il respiro, da limite, diventa alleato.

Ovviamente, prima di capire il proprio ritmo è opportuno capire cosa vogliamo dalla nostra corsa. In questo senso, per una preparazione ancora più analitica e dettagliata per un runner alle prime armi come Te, sono perfetti i programmi di allenamento di Show Health Training Club. Guida e metodo per dare alla corsa la cura e la qualità che hai sempre desiderato. Cosa aspetti a metterti alla prova e andare a caccia del tuo best time? Prova una consulenza con il nostro team di esperti.

Errori comuni nella respirazione durante la corsa

Respirare bene durante la corsa è come accordare uno strumento: se sbagli ritmo, la musica si spezza. Molti runner – anche esperti – sottovalutano quanto la respirazione incida su performance, recupero e comfort. Non basta “prendere aria”: serve farlo nel modo giusto, al momento giusto. Una cattiva respirazione riduce l’efficienza, aumenta l’affanno e porta il corpo fuori sincrono con il movimento.

Show Club lo spiega chiaramente: imparare a respirare consapevolmente è parte integrante dell’allenamento, tanto quanto la tecnica di corsa o il rinforzo muscolare. Gli errori più comuni nascono dalla fretta, dalla tensione o da una cattiva postura. Correggerli significa migliorare subito le prestazioni e ridurre il rischio di infortuni.

Respirare solo con il torace

È uno degli sbagli più diffusi. Quando respiri solo con il torace, l’aria resta in superficie, e i polmoni non si riempiono mai del tutto. Il risultato? Meno ossigeno ai muscoli, maggiore senso di fatica, resistenza ridotta.
La respirazione toracica è tipica di chi corre in tensione: spalle sollevate, petto contratto, ritmo irregolare.

Il rimedio è la respirazione diaframmatica, che coinvolge l’addome e permette un flusso d’aria più profondo e costante.

Un buon esercizio consiste nell’appoggiare una mano sulla pancia e sentire l’addome espandersi a ogni inspirazione. Correre così significa dare ai muscoli ciò di cui hanno davvero bisogno: ossigeno e fluidità.

Tenere il respiro in salita

È un riflesso naturale, ma controproducente. Quando la fatica aumenta, molti trattengono il fiato per “spingere di più”: in realtà, così il corpo va in debito d’ossigeno proprio nel momento in cui ne servirebbe di più. Il consiglio di Show Club è regolare la respirazione con la pendenza: inspirare in modo ampio e costante, espirare più lungo in fase di spinta. Un trucco utile è contare i passi (due per inspirare, tre per espirare) mantenendo una cadenza costante. In questo modo il respiro accompagna lo sforzo, invece di bloccarlo.

Non adattare il ritmo alla velocità

Correre sempre con lo stesso ritmo respiratorio è un errore di rigidità, non di resistenza. Il corpo cambia velocità, il respiro deve seguirlo.

Durante un ritmo blando, una respirazione 3:3 (tre passi per inspirare, tre per espirare) mantiene stabilità. Quando l’intensità cresce, meglio passare a un 2:2, più dinamico e adatto allo sforzo.Questo principio – centrale nei programmi Show Club – consente di ottimizzare il consumo di ossigeno e prevenire l’affanno.
Allenare la flessibilità respiratoria significa insegnare al corpo a comunicare con il movimento: respiro e passo diventano un tutt’uno. È lì che la corsa si trasforma da fatica in armonia.

Conclusione: respira meglio, corri meglio

Il respiro è la colonna sonora invisibile di ogni corsa. Quando impari a controllarlo, tutto cambia: la falcata si distende, il corpo si rilassa, la mente trova il suo ritmo naturale. 

Respirare bene non è un dettaglio tecnico, è la chiave per trasformare la corsa da sforzo a piacere, da prestazione a consapevolezza.
Show Club lo insegna da sempre: il benessere nasce dall’equilibrio tra movimento, postura e controllo. Allenare la respirazione significa migliorare la qualità di ogni gesto, dall’appoggio del piede al battito del cuore.

Molti runner cercano la velocità nei muscoli, ma la trovano nel respiro. Un respiro efficiente ossigena meglio, abbassa la frequenza cardiaca e allunga la resistenza. È l’alleato silenzioso che ti fa correre più a lungo, con meno fatica e più piacere. Il messaggio finale è semplice, quasi zen: prima impara a respirare, poi a correre. Il resto – risultati, benessere, energia – arriverà da sé.

Come allenarti con Show Club per migliorare resistenza e controllo del fiato

Nei centri Show Club, il respiro è parte integrante del metodo di allenamento personalizzato. Gli istruttori non si limitano a migliorare la forza o la tecnica di corsa: insegnano a usare il respiro come strumento di performance e recupero.

Attraverso sessioni mirate e progressioni controllate, l’atleta impara a sincronizzare respirazione e ritmo motorio, a riconoscere i segnali del corpo e a gestire lo sforzo in modo intelligente.
Il percorso parte da test funzionali e di postura, per capire come la meccanica respiratoria incide sulla tua corsa. Da lì, ogni programma viene cucito su misura: esercizi di respirazione diaframmatica, esercizi di rinforzo muscolare, allenamenti indoor e outdoor calibrati sull’obiettivo.
Show Club non allena solo chi corre, ma chi vuole sentirsi in armonia con il proprio corpo. Correre diventa un’esperienza più fluida, naturale, potente — dove il fiato non è più un limite, ma un motore.

FAQ

Come respirare quando si corre lentamente?

Durante una corsa lenta o rigenerante, prediligi una respirazione profonda e controllata, seguendo il ritmo 3:3 (tre passi per inspirare, tre per espirare). Questo schema aiuta a mantenere l’ossigenazione stabile, favorendo il recupero e la costanza. La respirazione deve essere fluida, senza sforzo: se senti affanno, rallenta il passo e concentrati sull’espirazione lunga, che aiuta a svuotare i polmoni completamente.

È meglio respirare con il naso o con la bocca?

Dipende dall’intensità della corsa. A basse velocità, il naso filtra e umidifica l’aria, migliorando la qualità del respiro. Quando però lo sforzo aumenta, è necessario coinvolgere anche la bocca per aumentare l’apporto di ossigeno. Il consiglio di Show Club: nasco-inspiro, bocca-espiro, un mix efficace che unisce efficienza e comfort respiratorio.

Posso migliorare la resistenza solo con esercizi di respiro?

Sì, ma con equilibrio. Gli esercizi di respirazione migliorano la capacità polmonare e la gestione del fiato, ma per potenziare la resistenza servono anche allenamenti di forza, postura e mobilità. L’approccio integrato di Show Club combina tutto questo: il respiro è la base, il corpo il mezzo, la costanza il risultato.

Quanto conta la postura nella respirazione?

Moltissimo. Una postura scorretta comprime il torace e limita l’espansione dei polmoni, riducendo l’efficienza respiratoria. Tenere le spalle rilassate, il busto eretto e il core attivo permette al diaframma di lavorare liberamente. Durante la corsa, postura e respirazione sono due lati della stessa medaglia: correggere la prima significa liberare la seconda.

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